Skip to content
Independent music since 1986.
Independent music since 1986.

Language

361: ALEXANDER HAWKINS. Togetherness Music For Sixteen Musicians Feat. Evan Parker + Riot Ensemble

Intakt Recording #361/ 2021

Alexander Hawkins: Piano, Composition
Aaron Holloway-Nahum: Conductor
Rachel Musson: Flute, tenor Saxophone
Percy Pursglove: trumpet
James Arben: Flute, Bass Clarinet
Neil Charles: double Bass
Mark Sanders: drums, Percussion
Matthew Wright: electronics Benedict taylor: Viola
Hannah Marshall: Cello

Rec July 30, 2020 at Challow Park studios, oxfordshire, UK by will Biggs.

Original price CHF 13.00 - Original price CHF 30.00
Original price
CHF 30.00
CHF 13.00 - CHF 30.00
Current price CHF 30.00
Format: Compact Disc
More Info

With Togetherness Music, British pianist and composer alexander hawkins presents a fascinating musical panorama, a distillation and synthesis of different traditions and influences, reflecting the broad spectrum of an extraordinary musical spirit. released to celebrate hawkins' 40th birthday, this six-movement quasi-orchestral work is an extensive expansion and revision of a piece which originated with a commission from conductor and composer aaron holloway-nahum for the riot ensemble, to feature hawkins and Saxophone icon evan Parker – with whom hawkins has enjoyed a now more than decade-long musical association – as soloists. the new incarnation of the work features the original forces, augmented by additional acoustic improvisers and the electronic wizardry of matthew wright.
whilst the riot ensemble are primarily renowned for their performan- ces of notated contemporary classical music, and Parker is one of the seminal figures in free improvisation and the post-Coltrane jazz continuum, roles shift fluidly throughout this work, creating an entirely distinctive soundworld.
"Collaborations among improvisers and classical musicians can be fraught – a clash of cultures," writes musician James Fei in the comprehensive liner notes. "when it works, however, something unique and in-between becomes possible." Indeed: Togetherness Music shows new musical possibilities. a highly contemporary musical work, which points to the future.

Album Credits

Cover art and graphic design: Jonas schoder
Liner notes: James Fei

Music by Alexander Hawkins (Prs). Rec July 30, 2020 at Challow Park studios, Oxfordshire, UK by Will Biggs. Assistant engineer: James Towler. Mixed and mastered September 2020, London, UK, by Alex Bonney. Produced by alexander hawkins and Intakt records

Customer Reviews

Based on 55 reviews
100%
(55)
0%
(0)
0%
(0)
0%
(0)
0%
(0)
G
Gennaro Fucile
Musica Jazz

È un inizio d’anno col botto quello che ci regala Hawkins con un album di grande spessore per concezione ed esecuzione individuale e collettiva, frutto di una doppia commissione. La più consistente e recente per Holloway-Nahum, direttore del Riot Ensemble (corrispondenti ai movimenti I, III e VI), e l’altra per BBC Radio 3 (il secondo movimento). La forma dei brani, eseguiti in diverse occasioni dal vivo, si è modificata nel tempo e questa è la versione definitiva registrata in studio. Il titolo dell’album ne sottolinea l’intento con franchezza: far convivere assieme mondi musicali ancora spesso lontani come quello dell’accademia contemporanea e dell’improvvisazione elettroacustica. L’avvio è di quelli che lasciano senza fiato, perché l’assolo di Parker nel brano d’apertura, Indistinguishable From Magic, è un’ennesima discesa vertiginosa nel maelström sonoro di cui il sassofonista inglese è maestro insuperabile; la sua padronanza della respirazione circolare ha del prodigioso e per molti, tuttora, anche dell’inarrivabile. L’abisso si fa ancor più profondo quando a far da contrappunto appare una legione d’archi spettrale e minacciosa. La scelta di raddoppiare i timbri fatta da Hawkins è di un’efficacia immediatamente palpabile. Si tratta di un brano superbo, che rimanda alle esperienze di Parker con il suo Electroacustic Ensemble. Si raddoppia anche nel successivo Sea No Shore che affida a due solisti il compito di disegnare un improbabile disegno ritmico/ melodico. Il tappeto percussivo di Sanders apre le danze e si rarefà sul finire, mentre la tromba di Pursglove non smette di inseguire un motivo in parte perduto. Il brano è in pratica un duo con il quale nella seconda parte interferisce nuovamente l’ensemble con movenze astratte. È soltanto nel successivo Ensemble Equals Together che Hawkins entra in scena e a sua volta ritorna Parker. Entrambi sono in primo piano ma il vero solista è il Riot Ensemble, che addensa suoni, sprigiona glissandi e ripetizioni di suoni apparentemente caotici. Hawkins si ritaglia uno spazio proprio conducendo un prolungato e baldanzoso assolo in Leaving The Classroom Of A Beloved Teacher, svolto su una linea di basso trascinante quanto basta per fare escursioni sulla tastiera in lungo e largo, andando da Monk a Cecil Taylor. Anche in questo caso il solista subisce una sorta di assalto dall’intero organico, che trascina il pianismo del leader in un gorgo sonoro indistinto. Quanto sia ampio l’orizzonte compositivo di Hawkins ce lo indica l’austero Ecstatic Baobab, con micro variazioni tonali che affondano le loro fragili radici nella «tradizione dell’avanguardia », per così dire, a iniziare da Anton Webern e giungendo agli sperimentatori del secondo dopoguerra. Si chiude con Optimism Of The Will, che azzarda la vera sintesi tra le varie anime del collettivo: un nevrotico connubio di elettronica e basso introducono Pursglove e Sanders, che a loro volta si trascinano dietro prima Parker e il leader, poi l’intero ensemble per una sarabanda a un passo dal deragliamento. Poi tutto si riduce a uno strepitoso duettare tra Parker e Hawkins alla ricerca di un’impossibile conclusione e, scarnificando il suono un po’ alla volta, il duo raggiunge finalmente il silenzio e i nostri applausi.
Fucile
Pubblicata sul numero di febbraio 2021 di Musica Jazz
https://www.musicajazz.it/recensione-alexander-hawkins-togetherness-music/

A
Aldo Del Noce
Sound Contest

ALEXANDER HAWKINS
Togetherness Music (for Sixteen Musicians)
Intakt records CD 361
2021
Dagli esordi del trascorso anno, oltre a riscontrare il mutamento di packaging dell’elvetica Intakt records, peculiarmente abbiamo rilevato l’elevazione del tono progettuale del pianista ed autore britannico Alexander Hawkins.
Già coinvolto nel notevole Convergence quartet, e alla testa dello Alexander Hawkins Ensemble, del quartetto avant-garde co-condotto insieme alla vocalist Elaine Mitchener e co-leader del trio Decoy, ne era stata tra l’altro notata una solida prova in solo (“Iron into Wind”), tra numerose performance di svariato profilo in cui il talentuoso pianista ed autore da Oxford ha persistito, producendosi in progetti differenziati, che non hanno mancato anche orbite italiche (ad esempio le produzioni di nusica.org o alcune formazioni facenti capo a Roberto Ottaviano).
Il presente lavoro contiene nel titolo (“musica dello star insieme”) un riferimento semi-implicito alle stranianti condizioni di isolamento e della grave flessione relazionale del corrente periodo, e lo stesso Hawkins non ha mancato di illustrare le cautele osservate durante le sessioni di registrazione (che nei giorni correnti si danno per ormai banali e scontate), e qui sembra essersi affrancato anche dai “rischi” insiti nella “contaminazione” tra musicisti d’estrazione accademica ed improvvisatori, come focalizzato nelle note, che correttamente enfatizzano il differenziato carattere dei partecipanti, arruolando un quintetto d’archi investito alla performance di partiture contemporanee (il cui nome Riot Ensemble suonerà provocatorio se non estremo) accludendoli ad un ensemble di fisionomia aperta ed apparentabile ad un’orchestra da camera di profilo ‘avant’ – oltre alla special guest starring del veterano sassofonista Evan Parker, a sancire il dialogo e l’intercambio tra distinte (ma non certo separate, o incompatibili) fasce generazionali del Brit-jazz.
A quest’ultimo è affidato saliente protagonismo nella vorticosa apertura in solo di Indistinguishable from Magic in una prova d’emissione circolare per gorghi cromatici, che assume corpo ulteriore con l’ingresso corale di ottoni ed archi, mantenendo un impianto lineare fino alla conclusiva e catartica risoluzione delle tensioni.
Mutamento drastico di soundscape e spirito nella ben differente Sea No Shore, esordiente su un ludico e materico drumming ad introdurre capricciose sortite dei fiati, tratteggiando le movenze di un passaggio elegante, di clima notturno e d’antan; sotto l’assertivo titolo Ensemble Equals Together si disvelano strutturate figurazioni cameristiche, in cui la notevole coesione degli archi e le ineffabili increspature degli ottoni fungono da forza propulsiva e di sostegno verso la fantasmatica e a tratti spettrale tastiera, connotata da rarefatta eleganza da primo Novecento.
Di grottesche movenze l’apertura di Leaving the Classroom of a Beloved Teacher, che punta sugli squilibri dell’impianto, dominato dalle capricciose e dissonanti figurazioni del piano, su cui si coagula il ‘tutti’ orchestrale; notevoli la dilatazione temporale e la rarefazione sonora dell’ineffabile Ecstatic Baobabs, segnata dalle fusioni dinamiche tra gli strumenti ad arco.
Strutturata e danzante, la conclusiva Optimism of the Will investe tra smorzate pulsazioni del contrabbasso e sottile gioco di percussioni ed elettroniche, aprendo su sortite disarticolate e ripartite tra tastiera, tromba e di nuovo il fluviale sax soprano, conducendo senza prevedibilità al compimento di un concentrato masterpiece d’espressione free.
Se dunque del Nostro non ci erano sfuggiti valore e dimensioni d’impegno, la presente “Togetherness Music” ne rappresenta una valorizzazione ulteriore e certa, preziosa non soltanto per la compiuta differenziazione delle sei stanze musicali in cui è articolata, amministrate entro un senso aperto dell’invenzione, partecipativa e non certo cosmetica; e se ad un anno dall’uscita del presente lavoro, è annunciata la pubblicazione di un’ancora nuova formula del pianista e autore (la formazione Mirror Canon in “Break a Vase”) che ne traccia altre diversificate traiettorie, ad indice della inesaurita creatività, ci si può congedare dall’anno trascorso con le medesime impressioni sui primi ascolti di “Togetherness Music”, opera dell’ingegno da candidare (in un 2021 non certo parco di proposte) come uno tra gli album di maggior compimento ed ambizione.

https://www.soundcontest.com/alexander-hawkins-togetherness-music-for-sixteen-musicians/?fbclid=IwAR08_1AIhpSU6tsUJ3neNAxMrGuOEObVCe804PEOxZ94o2G2w-maiiveTTY

F
Filipe Freitas
Jazztrail Blog

alexander hawkins
togetherness music (for sixteen musicians)
Intakt Records

"This is one of those rare examples where improvisation-oriented music is brilliantly thought-provoking from start to finish."
Full Review: https://jazztrail.net/blog/alexander-hawkins-togetherness-music-album-review

https://jazztrail.net/best-jazz-albums-2021

B
Ben Taffijn
Draai om je oren

Hawkins liet zich voor 'Togetherness Music', zijn eerste proeve van bekwaamheid als componist, inspireren door Parkers circulaire ademhalingstechniek. Een van de mooiste solo's kenmerkt dan ook het begin van het eerste stuk, 'Indistinguishable From Magic'. En magie is dit, pure magie. De structuur van Parkers solo houdt Hawkins vast in het verdere verloop van het stuk, in de vorm van langzaam voortbewegende klankwolken. En hier wordt de rol van het Riot Ensemble duidelijk, want Hawkins' compositie kent zowel invloeden uit de geïmproviseerde muziek als uit de gecomponeerde. In 'Sea No Shore' valt in dit licht allereerst de prachtige bijdrage van percussionist Mark Sanders op en aansluitend het duet van hem met trompettist Percy Pursglove, die eveneens thuis is in beide muzieksoorten. Hawkins staat bekend om zijn bijzonder brede muzikale interesse. Dat hij in 'Ensembe Equals Together' uitgebreid citeert uit de wereld van de swing en de musicals behoeft dan ook niet te verbazen. Mooi hoe hij dit combineert met meer eigentijdse, abstracte klanken en dit stuk verderop volledig laat ontsporen. Prachtige stijlcitaten ook in 'Leaving The Classroom Of A Beloved Teacher', met een hoofdrol voor pianist Hawkins. Tot slot wil ik hier nog even stil staan bij 'Optimism Of The Will' en dan vooral vanwege het samenspel tussen Sanders en bassist Neil Charles, de opmaat tot een mooi ritmische passage, waarin we ook nog Pursglove horen schitteren.

https://draaiomjeoren.blogspot.com/search?q=togethernes

J
Jason Weiss
The Wire Magazine

Jason Weiss (Le Ventre et l'Oreille, The Wire)
NEW RELEASES
1. Wadada Leo Smith's Great Lakes Quartet, The Chicago Symphonies (TUM)
2. Alexander Hawkins, Togetherness Music: For Sixteen Musicians (Intakt)
3. Sara Schoenbeck, Sara Schoenbeck (Pyroclastic)
4. Hafez Modirzadeh, Facets (Pi)
5. Josh Sinton, b. (Form Is Possibility)
6. Kimbrough (Newvelle)
7. Jacqueline Kerrod, 17 Days in December (Orenda)
8. ROVA, The Circumference of Reason (ESP-Disk)
9. Michael Bisio-Kirk Knuffke-Fred Lonberg-Holm, The Art Spirit (ESP-Disk)
10. Pablo Ledesma-Paula Shocron-Mono Hurtado-Pablo Diaz, Inmanencia (Nendo Dango)

https://hullworks.net/jazzpoll/21/ballots-08.php

R
Richard Williams
The Blue Moment

Richard Williams (The Blue Moment)
NEW RELEASES
1. Masabumi Kikuchi, Hanamichi: The Final Studio Recording (Red Hook)
2. Vijay lyer-Linda May Han Oh-Tyshawn Sorey, Uneasy (ECM)
3. Amir ElSaffar Rivers of Sound, The Other Shore (Outnote)
4. Alexander Hawkins, Togetherness Music: For Sixteen Musicians (Intakt)
5. Miguel Zenón & Luis Perdomo, El Arte Del Bolero (Miel Music)
6. Johnathan Blake, Homeward Bound (Blue Note)
7. Jen Shyu & Jade Tongue, Zero Grasses: Ritual for the Losses (Pi)
8. Xhosa Cole, Know Them, Know Us (Stoney Lane)
9. Tom Rainey Obbligato, Untucked in Hannover (Intakt)
10. John Zorn, Parables (Tzadik).

https://hullworks.net/jazzpoll/21/ballots-08.php

B
Ben Taffijn
Nieuwe Noten Blog

We sluiten ons drieluik van Evan Parker af met twee ensemble Cd’s. Setola di Maiale is één van de gezaghebbende labels als het gaat over vrije improvisatie in Italië. In 2018 bestond het label vijfentwintig jaar en dat werd tijdens AngelicA 2018 groots gevierd met een voor die gelegenheid opgericht tentet, de Setoladimaiale Unit, één van de tien leden was Evan Parker. Recent verscheen er bij Intakt ‘Togetherness Music’, een compositie van de pianist Alexander Hawkins, voor een aantal jazzmusici en de musici van het in hedendaags gecomponeerde muziek gespecialiseerde Riot Ensemble en ook hier is Parker van de partij.
Bijzoder aan ‘Live in AngelicA 2018’ is allereerst het ‘Intro’ waarin we de componist Philip Corner en zijn vrouw, de choreografe en danseres Phoebe Neville horen op gongs. Een stemmig begin van een prachtige, bijzonder experimentele set. In ‘First’, het eerste van vijf delen waarin deze improvisatie is gehakt, klinken prachtige klankwolken. Langgerekte noten van de blazers, naast Parker, Marco Colonna op klarinetten en Martin Mayes op hoorns en experimentele schermutselingen van Alberto Novello en Patrizia Oliva op elektronica. Het trio Giorgio Pacorig, piano; Michele Anelli, contrabas en Stafano Giust, drums en cymbalen laveert daar met speelse klanken behoedzaam tussendoor. Musici die we kennen van hun diverse projecten bij dit label, musici ook die het vak van de vrije improvisatie tot in de puntjes beheersen. En begint ‘First’ nog redelijk beheerst, gaandeweg loopt het weer heerlijk uit de hand en is nauwelijks nog te volgen wie er ‘aan het woord’ is. Wat overigens geenszins betekent dat de rust elders niet wederkeert. Dat gebeurt regelmatig in de vijf delen, iets dat vaak prachtige momenten met zich meebrengt, zoals de klarinetsolo van Colonna in het tweede deel; het duet van hem, hier op basklarinet met Mayes in het derde deel; de enigszins mystiek aandoende klankwolken in ditzelfde deel, afgewisseld met imposant spel van Anelli. En natuurlijk horen we Parker volop met imposante solo’s, bijvoorbeeld in het vierde deel.
Hawkins liet zich voor ‘Togetherness Music’ zijn eerste proeve van bekwaamheid als componist inspireren door Parkers circulaire ademhalingstechniek. Eén van de mooiste solo’s kenmerkt dan ook het begin van het eerste stuk, ‘Indistinguishable From Magic’. En magie is dit, pure magie. De structuur van Parkers solo houdt Hawkins vast in het verdere verloop van het stuk, in de vorm van langzaam voortbewegende klankwolken. En hier wordt de rol van het Riot Ensemble duidelijk, want Hawkins’ compositie kent zowel invloeden uit de geïmproviseerde muziek als uit de gecomponeerde. In ”Sea No Shore’ valt in dit licht allereerst de prachtige bijdrage van percussionist Mark Sanders op en aansluitend het duet van hem met trompettist Percy Pursglove, die eveneens beiden in zich verenigt. Hawkins staat bekend om zijn bijzonder brede muzikale interesse, dat hij in ‘Ensembe Equals Together’ uitgebreid citeert uit de wereld van de swing en de musicals behoeft dan ook niet te verbazen, mooi hoe hij dit combineert met meer eigentijdse, abstracte klanken en dit stuk verderop volledig laat ontsporen. Prachtige stijlcitaten ook in ‘Leaving the Classroom of a Beloved Teacher’, met een hoofdrol voor de pianist Hawkins. Tot slot wil ik hier nog even stil staan bij ‘Optimism of the Will’ en dan vooral vanwege het samenspel tussen Sanders en bassist Neil Charles, de opmaat tot een mooi ritmische passage, waarin we ook nog Pursglove horen schitteren.
Van ‘Togetherness Music’ zijn de eerste twee stukken te beluisteren via Bandcamp. Het album is daar ook te koop. AngelicA 2018 is te koop bij Setola di Maiale.

https://www.nieuwenoten.nl/?p=13161

P
Paul
Best of Jazz

Best Jazz Albums of 2021
Discover our final and definitive “Best Jazz Albums of 2021” list.
This year, the selection is divided into albums featuring solos, duets, trios, quartets, quintets, and larger ensembles, with three selections per category, for a total of 18 albums. We also added one category for “Artist of the Year”, and one for “Archive of the Year”, thereby adding two albums to the final selection, for a grand total of 20 albums that sum up how great 2021 was for jazz.
“With Togetherness Music, British pianist and composer Alexander Hawkins presents a fascinating musical panorama, a distillation and synthesis of different traditions and influences, reflecting the broad spectrum of an extraordinary musical spirit.”
— Intakt Records
Alexander Hawkins: piano; Evan Parker: soprano saxophone; Aaron Holloway–Nahum: conductor; Rachel Musson: flute, tenor saxophone; Percy Pursglove: trumpet; James Arben: flute, bass clarinet; Neil Charles: double bass; Mark Sanders: drums, percussion; Matthew Wright: electronics; Benedict Taylor: viola; Hannah Marshall: cello
Released January 15, 2021
https://bestofjazz.org/best-of-jazz-year-2021/

J
Jean Buzelin
Cultur Jazz Magazine

Restons avec Alexander Hawkins pour un crochet britannique avec sa nouvelle réalisation pour Intakt, aussi différente que chacun de ses trois précédents disques. Ici, pour fêter ses 40 ans, il a composé une suite en six mouvements et a réuni seize musiciens : un tentette plutôt jazz dirigé par Aaron Holloway-Nahum, un quintette à cordes (avec une contrebasse), le Riot Ensemble, et l'immense saxophoniste Evan Parker à qui revient l'honneur de faire l'ouverture avec un exceptionnel solo de soprano. Les autres mouvements mettront tour à tour en valeur l'orchestre (2 et 4), le quintette (3 et 5), tandis que la sixième partie, avec des solos de basse,
trompette, piano et batterie, nous paraît la plus (free) jazz. Un œuvre singulière, assez déroutante comme nous offre ce musicien surdoué qui n'a pas fini de nous surprendre. À noter qu'il est le pianiste de la monumentale série Quartet (Standards) 2020 d'Anthony Braxton (voir Appeal du disque de juin). Chapeau.

N
Nazim Comunale
The New Noise

Alexander Hawkins, quarantenne da Oxford, Inghilterra, è uno dei musicisti più interessanti ed ispirati del nostro tempo (il suo recente solo a Novara Jazz ce lo ha mostrato in forma smagliante: il suo pianismo eclettico e inventivo è capace di regalare sempre sorprese, sia in solo che nel quartetto con la cantante Elaine Mitchener o con il fiammeggiante Chicago London Underground: un talento vivido dalle orecchie spalancate verso l’ignoto, testa fertile di domande, idee e cuore aperto. Collabora da tempo con Evan Parker ed è in uscita un mastodontico box (13 cd) in quartetto diretto da Anthony Braxton, Quartet (Standards) 2020, che vede il nostro al pianoforte. L’ultimo disco a suo nome, dopo l’ottimo solo di Iron Into Wind, per la sempre attenta Intakt, è l’ottimo Shards And Constellations in duo con Tomeika Reid sempre per i tipi di Zurigo, si intitola Togetherness. Music For Sixteen Musicians (indovinate l’etichetta) ed è stato uno dei primi grandi album dell’anno in corso, in perfetto, mobile equilibrio tra selvatica e rigorosa grammatica tayloriana, astratti nitori braxtoniani e la grande personalità di un pianista che si sta affermando sempre più anche come improvvisatore e compositore. In Romagna, domenica 27 chiuderà con un solo al piano D’Istante, l’edizione di quest’anno del Forlì Open Music Festival, organizzati dall’Area Sismica. Occasione imperdibile per tastare il polso di una delle teste meglio pensanti della musica creativa di oggi.
Partiamo dal tuo ultimo disco su Intakt. Classica contemporanea e improvvisazione: dove si incontrano e dove le incontri? Da qualche parte non distinguibile dalla magia?
Alexander Hawkins: Questa è una domanda davvero interessante, perché per quanto mi riguarda non ho mai pensato a “classica contemporanea” e “improvvisazione” come a due idee differenti. Ovviamente abbiamo tutti familiarità con l’uso dell’improvvisazione nella musica classica, che siano cadenze improvvisate ai concerti, abbellimenti tra le righe in una corale di Bach, la tradizione organistica francese o altro. E pure nella classica più contemporanea l’improvvisazione è nell’ordine delle cose, anche in situazioni nelle quali i compositori negano apertamente la sua rilevanza (qui penso, ad esempio, a certi lavori di Stockhausen). Penso anche ad alcuni lavori di Mary Lou Williams o Duke Ellington, senza dimenticare numerosi altri esempi: Anthony Braxton, Ornette Coleman, Julius Hemphill… L’idea di composizione estesa che include l’improvvisazione penso stia più o meno nel canone, a questo punto. In ogni caso, capisco assolutamente la tua domanda, perché credo che quella dei performer di lavori di questo tipo sia ancora una scelta importante. Le istanze più “ortodosse” della “musica classica contemporanea” e della “improvvisazione” hanno spesso necessità tecniche diverse, quindi penso sia molto importante essere sensibili alle specifiche abilità del musicista quando si creano ensemble per suonare musica che richiede una varietà di capacità. Un buon esempio di questo da Togetherness Music potrebbe essere “Ecstatic Baobabs”, dove la realizzazione accurata della notazione per gli archi (l’uso esteso di armonici, per dire) è qualcosa poi di relativamente semplice per un musicista “contemporary classical”, mentre sarebbe potenzialmente più ardua per quelli con meno familiarità con queste norme. O, all’opposto, i riferimenti al “walking bass” in “Leaving The Classroom Of A Beloved Teacher” suonerebbero molto diversi se fossero prodotti da qualcuno senza un’esperienza consistente nell’eseguire certe linee in un contesto più “swinging”. Aggiungerei, comunque, che nonostante sia importante essere sensibili nella scelta dei giusti musicisti per suonare musica di questo tipo, non c’è per fortuna carenza – specie tra i più giovani – di persone che abbiano interessi per tutti questi vari mondi, oltre che enormi capacità tecniche.
“Leaving The Classroom Of A Beloved Teacher”: mi puoi parlare del tuo percorso musicale e del tuo primo ricordo musicale?
Il mio primo ricordo musicale è molto chiaro: ascoltare “Saturday Night Function” di Duke Ellington. Mio padre è un grande fan di Duke Ellington, dunque quella musica è stata parte del mio DNA musicale sin dall’inizio. Art Tatum, Fletcher Henderson, e molti altri, sono stati altri musicisti jazz che ho ascoltato da molto piccolo. A casa, però, non passava solo jazz, ma anche molta musica classica, quindi ho amato questa tradizione sin da subito. La mia formazione come strumentista, infatti, è di tradizione classica. Ho iniziato a prendere lezioni di piano a sei anni, nonostante fossi così fortunato da avere un pianoforte a casa, quindi ci armeggiavo molto prima di quella volta. Intorno agli 11 anni mi sono concentrato di più sull’organo: a quel punto, ero tecnicamente più adatto a quello strumento che al piano. È stato un trampolino per investigare i mondi di Bach e Messiaen, per esempio (anche se “Turangalîla” mi era familiare prima di tutto questo, perché i miei...