Il sax infuocato di Lewis

Ritorna con un doppio album dal vivo il sassofonista tenore James Brandon Lewis: Msm Live (Intakt) è stato registrato a Zurigo il 15 maggio 2021 e presenta il suo eccellente quartetto con Aruán Ortiz al piano, Brad Jones al contrabbasso e Chad Taylor alla batteria.

L'acronimo Msm sta per Molecular Systematic Music, il metodo di organizzazione delle note usato da Lewis, ma non si pensi a qualcosa di cervellotico: i brani scorrono liberi, infuocati o lirici a seconda dell'ispirazione. I partner (tutti parecchio meno giovani di lui, un indizio sul suo carisma) interagiscono magnificamente con il leader, e in particolare Ortiz si mostra anche qui un pianista di inconsueta originalità.

In attesa di poter ascoltare tutto intero «Eye Of I», in uscita per la fine di febbraio (e stando ai tre brani disponibili in anteprima non si tratterà di un affare di poco conto), dalla Svizzera arriva questo doppio cd dal vivo (registrato alla Rote Fabrik di Zurigo), che rappresenta una sorta di definitiva messa a punto, per maturità e amalgama, del quartetto «Molecular», che ci aveva già offerto nel 2020 l’eccellente disco omonimo e, l’anno successivo, «Code Of Being» (registrato proprio nei due giorni successivi a questo concerto). Se il tenorista ci ha abituato a sfoggi di creatività esplosiva, con tutti i propri gruppi, e in ogni possibile declinazione immaginata per la propria musica, questo album brilla in particolare per una forza quieta e irresistibile, calata in una dimensione di colloquiale intimità, nella quale il quartetto, guidato con sicurezza dal leader, non per caso musicista del momento, rivela un interplay prezioso e fluido. Davvero nell’album si esprime un senso di intensità rara, che insieme alla dimensione di esaltazione melodica di molte delle composizioni e alla palpabile libertà nell’interazione dei musicisti, fa sembrare tutto molto semplice, riuscendo a stemperare anche i momenti più «ripidi». Il suono del sassofonista esprime una forte storicizzazione, nella quale tutte le influenze e le fonti di ispirazioni si trovano ben chiare e amalgamate, ma nello stesso momento, pur in questa manifesta classicità, lo spunto e l’impronta della autorialità di Lewis – la sua personale visione – non mancano mai. Il gruppo non è da meno – del resto formato da musicisti non soltanto affiatati, ma anche titolari di un riconosciuto magistero – confermandosi come uno dei quartetti più interessanti in circolazione: ad Ortiz, tuttavia, sentiamo di dover tributare un riconoscimento particolare, per la prestazione maiuscola. Disco da non perdere, nel quale la pienezza di contenuto non si fa mai satura.

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Het zit allemaal vervat in de toon van James Brandon Lewis. Die stalen onverzettelijkheid, die gloeiende intensiteit, maar ook: het majestueuze zingen. Lewis staat met twee benen in de blues en gospel, maar dit is hoorngeschal voor een verwarrend tijdsgewricht. Het was in mei 2021 de eerste keer dat de muziek van Molecular (2020) uitgevoerd werd en het samenspel siddert van ontlading. De composities groeien meer dan eens uit tot gulpende stromen van energie en ideeën, waarbij de saxofonist wordt ondersteund door een ritmesectie die hem in een comfortabele zetel plaatst, maar die ook een eigen smoel heeft. Lewis profileert zich daarbij niet zozeer als het geluid van de toekomst, maar als een doorgeefluik op de schouders van voorgangers. Zo zorgt hij, net als collega JD Allen, voor een waardevolle toevoeging aan een traditie die nog altijd spannend kan zijn. Geen over het paard getilde spirituele muzak hier, maar het spannende zoeken naar authenticiteit.