Mark Helias è persona cordiale, generosa, empatica. Un carattere aperto, bilanciato tuttavia da un rigore assoluto che caratterizza la sua attività di bandleader e di contrabbassista. Ricordiamo che il suo curriculum è aureo avendo suonato con maestri come Ed Blackwell e Dewey Redman, Anthony Braxton e Ray Anderson, garantendo una versatilità ed una affidabilità assolute.
Da molti anni guida propri gruppi il più longevo dei quali è Open Loose, trio che in passato comprendeva Ellery Eskelin, ora sostituito da Tony Malaby. Un trio che si muove agilmente tra i sentieri del jazz contemporaneo più avanzato, non rinunciando ad una leggibilità immediata, garantita dalle forme brevi e da una ampia varietà strutturale.
Lontano dagli schemi da blowing session, dove il sassofono la fa da padrone sopra i ritmi, il gruppo preferisce scandagliare una musica frastagliata ma lucidissima nei suoi assunti. Fin dall'iniziale "The Signal Maker," si percepisce la volontà di far emergere melodie ritmiche dagli intervalli larghi e dagli eloquenti silenzi interni, imprevedibili nel loro sviluppo intuitivo, quasi mai legato alla ripetizione.
Un melodismo paritario dunque, con spazio importante al dialogo contrappuntistico, al rilancio improvvisato, dove le voci in gioco si fanno piccola orchestra. Si alternano brani dalla scansione ritmica esplicita ed altri invece più aleatori: ciò che si mantiene è la compattezza del trio, la confidenza felice delle intenzioni e delle pronunce sonore.
I brani più complessi sono "Post Post" e "End Point," mentre tracce come "Largesse" e "Fast Feast" vanno subito al dunque. In "Brothers" si sceglie per una volta la sovraincisione dei sassofoni tenore e soprano, con risultati forse non del tutto a fuoco.
Ma la più parte dell'album è serrato, avvincente. Helias funge da baricentro naturale e sfoggia una gran tecnica sia in pizzicato che con l'arco; Rainey si conferma percussionista eccezionale per insaporire qualsiasi tipo di situazione; Malaby è splendido al tenore, un po' meno al soprano, ma riesce ancora a stupire e ad evitare i clichè.
Un trio che merita grande attenzione.
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